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Aulularia di Plauto

Il Liceo a teatro

Utente Liceo Statale Felicia e Peppino Impastato Author

da Liceo Statale Felicia E Peppino Impastato Author

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Aulularia di Plauto, regia di Francesco Sala, con Edoardo Siravo, Paride Benassai,
Stefania Blandeburgo, Antonio Pandolfo

Dopo l’esperienza del Laboratorio teatrale a cui hanno partecipato con altri liceali palermitani, gli studenti del Liceo Savarino hanno assistito alla prima dell’Aulularia. I giovani studenti “eredi” della latinità nel periodo pandemico furono invitati allora a contribuire alla stesura della drammaturgia di uno dei testi più importanti e divertenti, del teatro latino.
Rispondendo all’invito del teatro Biondo di Palermo, per meglio conoscerla ed approfondirla, gli studenti hanno partecipato attivamente a tre incontri, guidati dal prof. Michele Di Martino, docente di letteratura latina, traduttore e drammaturgo, da Francesco Sala, regista, e da Antonio Silvia, attore e collaboratore del Teatro Biondo di Palermo.
Oggetto del laboratorio è stato lo studio del testo ed il “lavoro” sulla traduzione e sull’adattamento della Fabula Aulularia.
Gli studenti sono stati coinvolti direttamente nel lavoro della traduzione di monologhi e scene scelte appositamente per il laboratorio; dopo un lavoro preventivo di traduzione in classe, svolto con la prof.ssa Enza Maria D’Angelo.
Poi, in sede di laboratorio, sono state affrontate tutte le tematiche relative a traduzione e adattamento, in relazione ai seguenti temi:
-Le caratteristiche della lingua composita di Plauto nella quale convivono, con pari dignità d’arte, l’espressione colta e quella popolare, grecismi e dialettismi.
-La presenza diffusa di diminuitivi, tipici del sermo familiaris, l’uso di verbi intensivi e frequentativi, la prevalenza della struttura sintattica coordinata su quella subordinata.
-La retorica e lo stile con numerose allitterazioni, assonanze, omoteleuti, ecc. Esame metrico dei versi con cenni di prosodia.
-La consuetudine plautina dei «nomi parlanti» di origine greca, con significati ed allusioni fondamentali per “tradurre” sapientemente parole altrimenti incomprensibili e renderle più fruibili al pubblico.
-La possibilità di usare la contaminatio di versi tratti da altre fabulae o battute di sapore aforismatico di altri autori classici, proprio nei momenti di svolta della rappresentazione: ad esempio la celeberrima homo homini lupus dell’Asinaria; o il neologismo sociofraudus, tratto dallo Pseudolus; e ancora l’espressione di Publilio Siro, inopiae desunt multa, avaritiae omnia, che può compendiare e concludere la messa in scena: per realizzare una sorta di «contaminazione di contaminazione» tematica, un pastiche linguistico di ispirazione plautina.
Gli studenti, durante i tre incontri, si sono cimentati nell’esercizio, nel labor limae della traduzione, proponendo le loro soluzioni e strategie: tenendo presenti queste caratteristiche della lingua di Plauto, evitando, dunque, una “resa meccanica” intonata ad un purismo filologico, ma anche un’interpretazione linguistica che stravolga il testo originale.

Inoltre, sono stati toccati temi come: il teatro letterario latino, origini e produzione drammaturgica; Plauto e la fabula palliata, i modelli greci e le opere; la struttura della commedia, la comicità e la lingua plautina; la figura dell’avaro, l’avarizia funesta malattia dell’anima nella storia del teatro e della letteratura.
Gli studenti dell’allora 2C, oggi studenti universitari, hanno anche partecipato alle “prove a tavolino” dello spettacolo.